Come farsi capire quando si viaggia in tutto il mondo?
Molto spesso quando si decide di organizzare un viaggio, uno degli ostacoli più difficili da fronteggiare è la capacità di parlare la lingua del Paese di destinazione e, più in generale, quello di farsi capire. Si dà spesso per scontato che per viaggiare basta esprimersi in modo più o meno approssimativo utilizzando l’inglese, di cui tutti conosciamo l’importanza e la diffusione, ma non sempre è così.
Noi la lingua inglese la conosciamo mediamente bene, grazie allo studio a scuola, e all’ utilizzo sempre un po’costante nella vita di tutti i giorni…. Un po’ per lavoro, e un po’ per diletto, mi piace guardare i film e sentire la musica in lingua originale per esercitarmi, ma con qualche differenza fra noi: io lo parlo meglio, Alessio invece lo legge meglio, quindi siamo un team perfetto! Ma nonostante questo, delle volte in giro per il mondo durante i nostri viaggi, ci siamo trovati in difficoltà… Ogni paese che vai, ovviamente la stessa lingua inglese viene parlata con l’ inflessione della lingua originaria del luogo… e spesso accenti o modo di parlare, la rendono incomprensibile… sommateci delle volte anche un po’ la stanchezza del viaggio, e qualche imbarazzo.. che vi troverete come noi in Australia ad ordinare una cucina cotta bene, al posto del pollo( Kitchen è cucina, mentre chicken è pollo!!!)
Oppure un ‘ altra volta, in cui ci trovavamo a Nizza, nel famoso ristorante panoramico della città… Anche lì stessa situazione, arriva il momento di scegliere il menu, e quando Alessio richiede la bistecca, gli viene chiesta ovviamente il grado di cottura… E lui good ( buona, ovvero una cottura alta) .E il cameriere cercando di rimanere il più possibile impettito ( ma si vedeva che moriva dalla voglia di ridere….) annuisce, dicendo che si la bistecca pensa sia buona da mangiare, ma voleva sapere solo quanto la voleva cotta…..
Questi sono tanti esempi simpatici , di problemi linguistici che sono successi a noi in giro per il mondo, ma niente a che vedere con
Budai, protagonista del libro Epepe di Ferenc Karinthy, che per un errore prende l’aereo sbagliato e finisce in un luogo sconosciuto, la cui densissima popolazione utilizza una lingua totalmente differente dalle numerose che egli conosce alla perfezione. Credo sia l’ incubo peggiore di ogni viaggiatore!! Vi immaginate lettere o ideogrammi mai visti, suoni incomprensibili e gesti che spesso vengono ignorati, portano spesso Budai sull’orlo della disperazione, a passare intere giornate alla ricerca di una stazione, di un aeroporto, di un’agenzia traduzioni o di un ufficio informazioni, perché non c’è nulla di peggio del non essere compresi, neanche quando si prova a ordinare un caffé.
Chiaramente qui lo scrittore ungherese ha portato all’estremo la sensazione di smarrimento, di frustrazione e di rabbia del protagonista, ma provate ad immaginare a come potreste sentirvi in luoghi il cui l’alfabeto è totalmente differente da quello che conoscete e metà della popolazione non parla la lingua inglese. Come fare? Sono diversi i metodi che possono essere utilizzati e che, probabilmente, vi permetteranno di viaggiare in tutta tranquillità anche in luoghi che utilizzano idiomi incomprensibili.Si sa è nell’ indole dell’ italiano, sapersi arrangiare… e tantissime volte ho visto nostri connazionali ( e certe volte confesso anche noi), aiutarsi con le mani per esprimere un concetto più facilmente.Ma sicuramente la cosa migliore da fare se si ha tempo e, soprattutto, se si ha voglia di arricchire la propria cultura e conoscenza personali è quella di frequentare un corso di lingua. Un’azione che richiede sicuramente molto impegno, soprattutto per quanto riguarda le lingue meno comuni da studiare (come il giapponese, il cinese, l’arabo o il russo), ma che vi permetterà di viaggiare senza sentirvi inadatti, e sicuramente più sicuri , e poi volete mettere che colpo farete sulla gente, dicendo di saper parlare il giapponese, piuttosto che il russo o l’arabo?
Un altro metodo per non farsi trovare completamente impreparati è quello di leggere dei classici frasari nella lingua di destinazione, in cui imparerete le frasi basilari per chiedere informazioni, come tipo, che ore sono, andare al ristorante, acquistare regali e fronteggiare imprevisti. Le classiche frasi insomma!
Nel caso in cui, invece, non vogliate prendere in considerazione nessuna di queste soluzioni, rimangono solo due cose da fare: o munirsi di applicazioni in grado di tradurre simultaneamente ogni frase sentita e detta, e ce ne sono tantissime in vendita per ogni smartphone (ma, sinceramente, non è più bello provare a sperimentare una nuova lingua?) o girovagare in compagnia di un dizionario illustrato, sperando di non essere finiti in un luogo che non solo ha un alfabeto differente, ma in cui anche oggetti e cibi sono diversi da quelli solitamente utilizzati. In questo caso, però, dovreste iniziare a preoccuparvi, e pensare seriamente di viaggiare anche con un portafortuna, da lì in avanti!!
Alla prossima
Elisa
www.girandolina.it
Articolo scritto in collaborazione con FACI, agenzia di Milano che offre servizi linguistici di alta qualità, come traduzione, corsi di lingua, interpretariato, asseverazione e legalizzazione.