Il nostro viaggio in Brasile, i ricordi di una ragazzina.
O’ Brasil!!!!!!!
Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere quando un contrattempo, o una scocciatura qualsiasi rischiava di rovinarci la giornata, O’ Brasil infatti e’ stata un’ espressione tipica che ci ha accompagnato per tutto il tempo passato in Brasile.
Espressione che voleva dire all’ incirca “ Vivi e lascia vivere”, stile di vita tipico dei brasiliani….
O almeno di quelli che ho conosciuto io anni fa, quando i miei genitori, insieme a un ‘altra famiglia di amici, abbiamo affittato una casa dall’ Italia ,per un mese, in un piccolo villaggio di pescatori di nome Paracuru a circa 90 km da Fortaleza nel Nord-Est del Brasile .
Un paese per lo piu’ quasi sconosciuto al turismo di massa .
Pochi i ristoranti, discreto il numero delle Pousade, gente semplice, per lo piu’ pescatori o piccoli bottegai, gente anche povera, ma allegra , impegnata a godersi la vita e a sorridere di fronte alle avversita’ con una scrollata di spalle…. O’ Brasil!
Dicevano, e vi posso dire, che sicuramente vivevano meglio loro nel loro “ niente” che noi alla sempre continua affannosa ricerca di un qualcosa in piu’.
Quindi per noi italiani arrivati dalla frenesia delle nostre citta’ e soprattutto dal freddo invernale ( siamo partiti a fine dicembre e tornati a fine ’ gennaio) ’, e’ stato come trovarsi in un piccolo paradiso!
La prima notte in Brasile l’ abbiamo passata a Fortaleza, ma stanchi dal viaggio (circa 9 ore di aereo) non l’ abbiamo visitata (consci che l’ avremmo vista quando saremmo ripartiti per l’ Italia facendo uno stop di 2 giorni li)siamo andati quindi solo a noleggiare i Buggy per tutta la durata della nostra permanenza( veicoli tipo piccole jeep, scoperti adatti anche per la guida sulla spiaggia).
La mattina dopo ci siamo incontrati con il padrone della casa che avevamo affittato, che oltre a essere proprietario della nostra, lo era di molte ville nello stesso paese, si chiamava Carra’, era un simpatico miliardario brasiliano di origine araba.
Il viaggio da Fortaleza a Paracuru, e’ durato circa un oretta, in una strada pressoche’ deserta, e all’ arrivo abbiamo visto per la prima volta quella che sarebbe stata la nostra abitazione per circa un mese.

Viaggio in Brasile La nostra piscina della villa
Era una villa su due piani, con un grosso giardino con molti alberi da frutto ( papaya, giuggiole, albicocche) e anche tante palme da cocco.
C’era anche una piccola piscina, con la sua zona docce e un piccolo barbecue.
All ‘interno 6 camere con altrettanti bagni suddivise su due piani e una grossa sala-cucina al piano terra.
Un grande loggiato all’ aperto completo di tavoli e sedie con 3 amache brasiliane al muro ( luogo di tante pennichelle di tutti noi a turno nei giorni a venire) completava la casa.

Viaggio in Brasile Le palme del nostro giardino, con Marcus intento a prenderci il cocco
Il tutto circondato da alti muri di cinta, con protezione in piu’ data da delle bottiglie di vetro rotte murate alla cima degli stessi muri ( cosa curiosa ma presente in tutte le ville li intorno).
A nostra disposizione poi un custode di nome Marcus, un giovane brasiliano, che si sarebbe occupato sia del giardino, ma anche delle commissioni e ci avrebbe fatto anche un po’ da guida nei dintorni, e Maria una giovane ragazza che si sarebbe occupata saltuariamente delle pulizie di casa.
Preso subito possesso della “ casa”, siamo andati a fare un giro con Carra’ nel paese, anche per comprare gli oggetti di prima necessita’ ( come lenzuola, vettovaglie, insetticida ecc).
La gente mi ricordo ci guardava all’ inizio con sospetto, quasi timore, non e’ da tutti i giorni infatti vedere degli europei girare tranquillamente per il paese , andare nelle botteghe, e contrattare il prezzo, ma il timore inoltre si faceva quasi reverenziale, quando passava Carra’, che li era visto quasi come “ un padrone”, e da li capisci come anche in un piccolo villaggio, la differenza data da un diverso stato sociale si capisce bene.
La sera poi salutato Carra’ ci siamo avviati verso la piazza centrale del paese dove si raccoglie tutta la gente, e dove c’erano delle graziose bancarelle con manufatti originali e abbiamo cenato in un piccolo locale .
Nei giorni a venire è iniziata ufficialmente la nostra “vita brasiliana”, quindi dopo aver fatto colazione, abbiamo preso i nostri Buggy ( uno per famiglia) e siamo andati in paese a fare la spesa.
Decisamente il comportamento delle persone era molto diverso dal giorno prima, avendo visto che non eravamo arroganti nei loro confronti, anzi desiderosi di fare la loro amicizia, ci sorridevano e timidamente ci facevano qualche domanda, curiosi della nostra permanenza li’.

Viaggio in Brasile Spiaggia di Parcaruru
Poi fatte le commissioni, ci siamo avviati alla spiaggia di Paracuru, una delle piu’ belle spiagge del Brasile, ( infatti ha avuto vari riconoscimenti per le bellezze naturali e la biodiversita’), una lunga e infinita distesa di sabbia bianca, lunga per kilometri, affiancata qua e la’ da dune di sabbia altissime,.
Spiagge deserte, e una pace incredibile, ogni tanto nei dintorni si vedeva dei piccoli ristoranti in riva al mare “ i Forro’, “ tipico locale del Nord-Est brasiliano dove e’ possibile mangiare e ballare a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Fermarsi li a mangiare e a bere qualcosa diventato un must per noi, e piano piano io ho imparato anche a ballare il ballo tradizionale .
Fare il bagno nell’ Oceano Atlantico, da un ‘ emozione fortissima, c’e’ da dire, che appunto essendo oceano, le onde sono molto alte, e la corrente fortissima, sconsigliato infatti di nuotare verso il largo, anche perche’ non c’era nessun bagnino a salvaguardare la costa l’ acqua poi e’ fredda, ma passato il brivido iniziale e con le dovute cautele, e’ bellissimo fare il bagno li.

Viaggio in Brasile I locali tipici, i Forrò
La sera ormai come consuetudine, siamo andati in piazza, e siamo andati in un locale di nome “ Don Carlos” dove il proprietario di nome Carlos per l’ appunto parlava un po’ italiano, siamo diventati amici, e praticamente tutte le sere poi siamo andati a cena li.
Al prossimo post, per continuare la nostra vita “brasiliana”
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Alla prossima
Elisa