I nostri ultimi consigli, per vivere al meglio una vacanza in Brasile
I giorni passavano veloci, e oltre a fare dei lunghi bagni, abbiamo fatto anche delle escursioni nell’ entro terra Brasiliano. Siamo stati nello Stato di Paraiba, famoso soprattutto per la coltivazione della canna da zucchero che qui ha radici profonde, infatti ha avuto inizio nel secolo XVI,importato proprio dai portoghesi.
Lungo la strada si vedevano sterminate piantagioni di canne da zucchero, tantissime canne, (infatti e’ una pianta simile alla canna comune). Lo zucchero si accumula nella polpa bianca che riempie il fusto. Quando le canne misurano 4 o 5 metri d’altezza vengono tagliate con il machete, poi appena tagliate, le canne devono essere raccolte e portate allo zuccherificio; se non vengono lavorate immediatamente diminuisce il loro contenuto di zucchero.
Le canne vengono schiacciate dalle macine per far uscire il succo, un succo scuro, pieno di impurità che viene raccolto in vasche: le vasche vengono riscaldate perché l’acqua evapori e il succo si trasforma in sciroppo o melassa, che viene gradualmente raffinato. A questo punto i cristalli di zucchero si formano da soli, così come si formano i cristalli di sale in una pozza d’acqua marina che si asciuga sole.. Cosi’ ci hanno spiegato a una piantagione dove ci siamo fermati, io ho provato anche a bere il succo che viene estratto spremendo fortemente la canna, ma credetemi, e’ veramente troppo dolce!!!! Abbiamo scoperto anche che dalla canna si produce anche il Rum.
Un ‘altra volta, da veri incoscienti, siamo andati all’ inizio del Bacino dell’ Amazzonia,che è il bacino idrografico del Rio delle Amazzoni e dei suoi affluenti, ha un estensione di quasi 7 milioni di km², che si estende dal Brasile (in cui si trova la parte centrale del bacino) a Venezuela, Colombia, Perù, Ecuador, Bolivia e Guyana.Noi siamo andati precisamente nella zona del Delta del fiume Parnaiba, dove e’ possibile gia’ iniziare a vedere la Tipica vegetazione della Foresta Amazzonica.
Dico da incoscienti, perche’ pensandoci a posteriori , abbiamo corso dei seri rischi per la nostra incolumita’, eravamo da soli, senza nessuna guida, o tour organizzato, noi 6 con i nostri buggy, ci siamo addentrati per poche centinaia di metri nella foresta, su strade sterrate, con le piante che talvolta ci coprivano la visuale,, fino a quando non abbiamo visto gli “ Indios” , gli abitanti dell’ Amazzonia.
Sembrava di essere in mezzo ad un documentario, vedevi queste persone di pelle scura, vestiti con pochi stracci, se non addirittura nudi, vivere in delle baracche costruite con le foglie o escrementi, e i bambini anche essi nudi giocare con dei sassi in terra.
Lo stupore e’ stato generale per tutti, per loro che ci vedevano li con i nostri buggy, persone bianche in mezzo al loro territorio, e per noi che non credevamo ai nostri occhi. E’ stato in quel momento che ci siamo accorti del grosso pericolo che correvamo, e in tutta fretta siamo tornati indietro, senza neanche il tempo di fare qualche fotografia o ripresa con la telecamera, impauriti da quella che poteva essere la loro reazione a riguardo.
Piu’ tardi , la sera a cena con i nostri amici, raccontando l’ accaduto, ci hanno veramente sgridato e raccomandato vivamente a non rifarlo, ricordandoci i pericoli che avevamo rischiato di passare e i danni che avremmo potuto fare alla popolazione stessa.. E’ stata veramente un ‘ esperienza scioccante, credo per tutti noi, e invito chiunque a non farla, se non con adeguate guide. Noi eravamo andati li’ con tutte le buone intenzioni, e sinceramente non credevamo di vedere nessuno, invece come poi ci hanno raccontato Carra’ e gli altri, Gli Indios sono popolazioni nomade, che vivono prevalentemente di caccia e di pesca, e si spostano in base alle stagioni, probabilmente senza volerlo siamo capitati proprio nel loro villaggio.
Come in tutti i viaggi, ci sono anche dei risvolti negativi, infatti c’e’ da dire che il Brasile, non e’ molto famoso per la pulizia e l’ igiene ( ovviamente non parlo delle grandi catene alberghiere), e andando a giro per le strade, si vedeva un po’ di tutto, dalla sporcizia e l’ immondizia gettata in mezzo , agli animali che scorrazzavano liberi da qualunque parte e tante volte cercavano anche di entrare in casa alla ricerca di cibo, come e’ successo una volta anche a noi; un pomeriggio che pacificamente eravamo a prendere il sole in piscina, ci siamo visti entrare 3 grosse vacche nel nostro giardino.
Erano entrate, quando mio padre, Marino e Carlo erano tornati dal fare un giretto in paese, e al momento di chiudere il cancello si sono visti arrivare questi grossi animali. Alla paura iniziale, ci e’ preso il ridere, era uno spettacolo veramente buffo, noi a gridare impaurite, gli uomini che cercavano di spingerle fuori , Marcus che cercava di distrarle gettandoli i frutti fuori dalla strada ,e loro( le vacche) tranquille e imperterrite mangiavano con molta calma. Alla fine nonostante i nostri sforzi, sono andate via da se’ come erano venute, finendo di mangiare tutti i frutti in terra del nostro giardino!!!!
Anche in alcune spiagge, delle volte era possibile vedere animali liberi, maiali, cani,che giravano per la battigia, proprio a causa di questo io ho preso “ Il Baco des Pe’” una tipica infezione, che prende al piede infatti letteralmente significa “ Baco del piede”. E’ un piccolissimo insetto che si annida sotto l’ unghia dell’ alluce, e se non viene tolto subito crea una piccola infezione. Io me ne sono accorta perche’ dalla mattina mi faceva malissimo il piede, e nonostante tutte gli impacchi e le creme datemi da mia madre ( io la chiamo farmacia ambulante, tutte le volte che viaggia, ha con se’ la borsa del pronto intervento) non mi passava, menomale la sera avevamo i nostri nuovi amici brasiliani, Nunzio e Betty a cena, e e’ stata proprio lei a dirmi cosa avevo al piede, e sempre lei a togliermelo. L’ operazione sarebbe stata piuttosto facile, cioe’ toglierlo con un ago, disinfettato, ma io odio gli aghi, e ho sofferto piu’ per l’ago, che per il dolore dell’ estrazione vero e proprio!!!!!
La nostra ultima sera a Paracuru, l’ abbiamo passata con un piccolo “Churrasco” in piscina con tutti i nostri amici. La carne in Churrasco e’ una cosa tipica brasiliana, e’ praticamente la carne cotta alla griglia sul barbecue , messa su un palo e tagliata per la sua lunghezza, il tutto accompagnato da patatine ( non mancavano mai) e riso in bianco con della farina gialla, che mescolato diventava un pastone che i brasiliani si ostinavano a chiamare pane!!!!!!La sera poi Betty ci ha preparato l a “feijoada”, una saporita combinazione di carne di maiale, accompagnata dal più famoso drink brasiliano: la “caipirinha“.
Poi il giorno dopo di ritorno a Fortaleza
Fortaleza, capitale dello stato del Ceara’, e’ una citta’ moderna e sfavillante, con un litorale di spiagge bianchissime, e una quantita’ di hotel lussuosi sul suo viale principale “ L’avenguida del Mar”. Qui e’ piu’ diffusa la criminalita’, perche’ come in tutte le grandi citta’, girato l’ angolo dagli abbaglianti Hotel vedevi bambini che cercavano nei sacchetti dell’ immondizia, o mendicanti agli angoli delle strade. Tutto molto diverso da Paracuru. La citta’ ha ormai quasi un ‘ impronta europea per il suo approccio al turismo internazionale, e la divisione fra ricchi e poveri e’ molto piu’ netta.
Noi siamo stati li 2 giorni prima di ripartire per l ‘Italia, e li abbiamo dedicati prevalentemente allo shopping ( al centro commerciale Iguatemi’), e all’ ozio piu’ completo nella piscina dell’ hotel, o in spiaggia, aspettando il ritorno a casa.
Concludendo il Brasile mi ha dato tanto, soprattutto dal punto di vista umano, ho conosciuto persone meravigliose, che mi hanno insegnato a non essere diffidenti rispetto al prossimo, essere un turista, non vuol dire “ pretendere qualcosa perche’ pago”, anzi se si va a giro senza l’ arroganza, ma con amicizia e disponibilita’, riesci veramente a conoscere e apprezzare la popolazione del paese che si visita, e i suoi usi e costumi.
Questo e’ quello che mi hanno sempre insegnato i miei genitori, viaggiatori instancabili, e spero di poterlo insegnare un giorno anche ai miei figli.
Spero di esservi stata utile
Al prossimo viaggio
Elisa.
www.girandolina.it