Cronaca di un’ escursione sulle Alpi e il Passo dello Stelvio
Vi piacerebbe poter vedere e forse toccare la neve in pieno agosto?
E nello stesso tempo percorrere una delle strade panoramiche, più belle, eccitanti e pericolose d’Italia e forse d’ Europa?
Sto parlando del Passo dello Stelvio, il valico automobilistico più alto del nostro continente, con i suoi 2758 m s.l.m,secondo solo al Colle dell’ Iseran la cui strada arriva a 2770 m s.l.m.
Il passo si trova in prossimità del confine con i Grigioni svizzeri, all’ interno del Parco nazionale dello Stelvio, vicino al Monte Livrio, l’Ortles ed il Monte Scorluzzo, e divide le Alpi Retiche occidentali dalle Alpi Retiche meridionali.
La strada statale omonima che lo attraversa, collega Bormio e la Valtellina con Trafoi e la Val Venosta, e grazie ai suoi sorprendenti tornanti, (pensate che nel versante altoatesino se ne contano ben 48, mentre sul versante lombardo 36) è una delle mete più ambite fra i ciclisti e i motociclisti.
Su tutti e 3 i versanti (i due italiani e quello svizzero), il passo rimane chiuso durante l’intero periodo invernale (circa da ottobre a maggio), ma con la possibilità di chiusura improvvisa causa nevicate eccezionali anche in estate.
Nonostante questo lo Stelvio è molto famoso dal punto di vista turistico!
E nei mesi estivi viene preso letteralmente d’ assalto da tanti turisti e provetti piloti che si cimentano nella “salita” al passo con la propria macchina, sfidando i pericolosi tornanti e le vertigini che ne susseguano, fermandosi ogni tanto a scattare mille fotografie al panorama circostante.
Al parcheggio del passo sulla sua cima, si può godere dell’intera veduta della strada del versante altoatesino, che sembra un grosso serpentone verde fra le montagne, e rilassarsi ai vari chioschi e ristorantini presenti sulla strada.
Per gli amanti dello scii anche d’estate e degli altri sport quali trekking , mountain bike, alpinismo e arrampicate, sempre li vicino si può raggiungere la prima funivia a quota 3000 metri.e poi con con un’altra moderna funivia Funifor costruita dalla Hölzl si raggiunge il Livrio.
Qui è possibile usufruire di 4 skilift (Geister 1 e 2, Payer, Cristallo) che permettono l’accesso alle piste del ghiacciaio.
Dall’ inizio degli anni 50, grazie all’ idea di due coniugi, i signori Giuseppe Pirovano e la moglie Giuliana Boerchio è stata aperta una ben organizzata scuola di sci estivo sul ghiacciaio.
Dapprima utilizzando la Capanna Nagler, poi costruendo altri due moderni rifugi sul margine del ghiacciaio e uno nelle vicinanze del passo.
Da allora le cose sono molto cambiate, sono stati costruiti molti alberghi e altrettante scuole di sci, la più rinomata fra le quali, rimane L’Università dello Sci.
Fondata dallo stesso Pirovano e di cui ancora porta il nome nonostante ora è sotto la proprietà della Banca Popolare di Sondrio, che qui detiene anche lo sportello bancario più alto d’Europa.
La salita costa 32 euro a testa andata e ritorno.
Se siete lì vi consiglio di salire, nei 10 minuti che ci mette la piccola cabinovia, potrete vedere il paesaggio mutare sotto di voi, dal verde brillante dei monti, al bianco abbagliante del ghiacciaio, e inoltre potrete proprio come noi, assistere agli allenamenti della squadra di sci!
Indimenticabile!
Ma chi fece costruire questa famosa strada?
Fu all’ inizio dell ‘Ottocento proprio l’imperatore Francesco I d’Austria (zio di Francesco Giuseppe)che volle una nuova strada che potesse collegare la val Venosta direttamente con Milano, allora territorio austriaco, attraverso la Valtellina.
I lavori che impegnarono una grande quantità di operai, ingegneri e geologi, terminarono in 3 anni.
Fino al 1915 il valico era percorso tutto l’anno da un servizio di diligenze grazie all’efficiente opera degli spalatori durante l’intero inverno nonostante i disagi e la grossa difficoltà.
Ma con l’arrivo della prima guerra mondiale le cose cambiarono.
Il passo fu teatro di aspri scontri tra la fanteria austriaca e quella italiana, essendo proprio sul confine italo-austriaco.
Dopo la vittoria del 4 novembre entrambi i versanti furono italiani, ma il passo perse ormai il suo significato originale di collegamento Vienna-Milano e fu decisa la chiusura invernale.
Cosa mi è rimasto impresso del Passo dello Stelvio??
I numerosi ciclisti, che con molta fatica, impegno e tanta tanta forza di volontà si arrampicavano con le loro bicilette verso la cima, pedalando accanto a noi e ansimando a ogni curva….
Vi giuro, ho nutrito un profondo rispetto per queste persone, uomini e donne che affrontavano il Passo dello Stelvio che viene classificato come una salita alpina lunga, dal grande dislivello e dalla grande quota altimetrica raggiunta, con pendenze di media difficoltà
Il tratto più difficile ( e nonostante tutto il più scenografico e quindi il più scelto)è quello italiano-altoatesino che, a partire da Prato allo Stelvio (915 m s.l.m.), sale per quasi 26 km con pendenze via via crescenti (circa l’11% nell’ultimo chilometro) per un dislivello complessivo che supera i 1800 m.
Sul versante lombardo la salita inizia da Bormio (1225 m s.l.m.), ha meno dislivello, è lunga circa 21,5 km e conta 36 tornanti.
La pendenza media è del 7,1%, quella massima del 9,5% per un dislivello complessivo che supera i 1500 m.
Lo Stelvio è diventato famoso nel mondo del ciclismo quando, nel 1953, è stato inserito per la prima volta nel tracciato del Giro d’Italia, ed è stato teatro di una delle ultime grandi imprese di Fausto Coppi.
Nella penultima tappa, da Bolzano a Bormio, il campione ormai trentaquattrenne staccò il leader della classifica, lo svizzero Hugo Koblet, conquistò la maglia rosa e vinse il suo quinto e ultimo Giro.
Infatti alla cima del Passo viene celebrato con la Cima Coppi.
Su una piccola collinetta davanti alla Cima Coppi, c’ è un piccolo e panoramico sentiero, che fa parte della “Via Alpina” percorribile a piedi o in mountain bike, che in pochi minuti porta al Rifugio Garibaldi a 2845 m.
Il Rifugio è chiamato anche Dreisprachenspitze tradotto dal tedesco significa “Cima delle tre lingue” e sta a sottolineare il fortuito incontro di ben tre lingue parlate nella mescolanza dell’italiano, del tedesco. e del ladino.
Infatti si trova in prossimità del confine tra la provincia di Sondrio,(Italia) quella di Bolzano (un tempo territorio austriaco) e il Canton grigione svizzero.
I cippi posti a due metri dal rifugio evidenziano i confini tra la Svizzera, la Lombardia e l’Alto Adige.
L’edificio ha l’aspetto di un piccolo castello e dispone di camere in stile alpino, servizio bar, e ristorante con cucina tipica e ricovero di biciclette per gli amanti della Mountain Bike che qui sono molto numerosi!
Aperto solo da giugno a settembre.
Un consiglio, non vi preoccupate dell’ affanno che vi prenderà mentre percorrete questa piccola salita….. al di là che io e Alessio ormai purtroppo siamo diventati dei vecchi sedentari….
È normale respirare a fatica a causa dell ‘altitudine!!
Che dite? Vi ho dato una bella idea per fare un ‘escursione diversa se vi trovate da quelle parti?
Alla prossima
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Elisa