Monastero di San Mercuriale Pistoia visita con le Giornate Fai di Primavera

Del patrimonio architettonico e culturale italiano, fanno parte anche quelle opere, monumenti, palazzi, che a causa di mancanza di fondi vengono tenuti chiusi per la maggior parte dell’anno.

Finendo quasi per finire nel dimenticatoio generale, in stato d’abbandono e in completo oblio.

Fortunatamente nel 1993 , si svolse la prima edizione delle Giornate FAI di Primavera , con la quale si aprirono al pubblico 50 luoghi in una trentina di città.

Da allora i volontari del Fai hanno aperto ben oltre 11.000 luoghi in ben 4700 città, coinvolgendo gli studenti delle scuole medie e superiori come “apprendisti ciceroni” nell’accompagnare alle visite guidate.

E permettendo così agli italiani di riscoprire, ma in molti casi scoprire e godere per la prima volta, le bellezze nascoste delle proprie città!

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, il corpo della chiesa

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, il corpo della chiesa

Con i soldi ricavate dalle offerte, il Fai si è impegnato in questi anni, a restaurare e riaprire luoghi abbandonati e opere di valore inestimabile, riportandoli allo splendore originario.

Nella recenti Giornate Fai di Primavera a Pistoia, anche noi abbiamo avuto l’occasione di riscoprire un luogo della nostra città che non conoscevamo realmente.

Infatti nonostante ci passassimo davanti ogni giorno, non sapevamo che dentro al palazzo che adesso ospita la sezione penale del Tribunale di Pistoia, prima ospitasse la Chiesa e il Monastero di San Mercuriale, unico monastero femminile compreso dentro le mura della città nel XI secolo.

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, il corpo della chiesa

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, il corpo della chiesa

Con le visite guidate organizzate dai volontari del Fai, è stato possibile conoscere la storia di questo monastero, importante tassello della storia cittadina pistoiese.

Il Monastero di San Mercuriale era costruito nella zona nord-est della città e nella sua costruzione furono incorporate come struttura perimetrale la cinta muraria e incorporata anche l’antica torre angolare.

La chiesa era già presente nel  X secolo, ma nel corso del  secolo successivo divenne dimora del monastero femminile delle suore di clausura votate alla regola di San Benedetto.

Con il passare dei secoli il monastero divenne più importante, anche grazie all’apprezzata attività di spezieria e di confezionamento di dolci che le suore facevano.

E questo portò ad avere una discreta autonomia economica che permise alle consorelle negli anni a venire, di arricchire il monastero con vari casamenti, una corte, una curia e un chiostro.

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, Sala Capitolare

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, Sala Capitolare

Tra il ‘600 e il ‘700 avvennero le più grandi operazioni di restauro ed ampliamento del complesso, distinte in due fasi.

La prima nel 1650 vide l’ammodernamento della chiesa,  il miglioramento delle cucina e del refettorio creando per le suore in clausura una stupenda Sala Capitolare ornata di figure allegoriche chiamata anche  “Sala delle Virtù”.

Con uno degli affacci sulla città fra i più stupendi di Pistoia, direttamente sulla Piazza Papa Giovanni XXIII su cui affaccia l’Ospedale del Ceppo con il suo bellissimo Fregio Robbiano.

Questa sala adesso ospita una delle aule del tribunale.

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, Sala Capitolare

Monastero di San Mercuriale di Pistoia, Sala Capitolare

Nel 1730 avvenne la seconda fase dell’intervento del complesso sotto la supervisione della Badessa Donna Maria Elena Dondori che affidò i lavori al Capomastro Giovan Domenico Giannantoni che ristrutturò il convento, spostò il campanile e rialzò la spezieria.

La Badessa era una figura molto importante del convento, oltre a essere “il capo religioso” di tutte le suore, era anche il committente e il produttore d’arte del monastero.

Se era di origine patrizia (quindi nobile fanciulla di una famiglia altolocata), poteva disporre di una sua rendita personale, che le permetteva la scelta di affidarsi a artisti di alto livello per arricchire la sua “casa religiosa”

Dopo la soppressione dell’ordine e l’abbandono delle benedettine nel 1808 il complesso è stato parzialmente utilizzato come scuola elementare, poi come abitazione, come magazzino, e anche come ricovero per gli infermi del vicino Ospedale del Ceppo.

Sala Capitolare e veduta dell'Ospedale del Ceppo

Sala Capitolare e veduta dell’Ospedale del Ceppo

Nonostante le numerose e notevoli trasformazioni subite negli ultimi anni, è ancora visibile il corpo della chiesa con il campanile a vela e il chiostro del monastero.

Recenti lavori di ristrutturazione hanno portato alla luce un’interessante struttura di mura cittadine, con le quali è stato possibile studiare lo sviluppo urbano della città di Pistoia.

E’ stata una visita molto interessante, e sicuramente utile per riscoprire quei tesori nascosti delle nostre città, che altrimenti andrebbero persi, per questo dobbiamo ringraziare il Fai per tutto il lavoro che fa!

Se si vuole avere più info, o semplicemente sostenere l’opera del Fai basta consultare il sito ufficiale https://www.fondoambiente.it/

Alla prossima

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Elisa

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