Estate di San Martino a Pistoia
Quando le giornate si accorciano, e il fresco diventa più pungente, tanto che si devono sostituire i giacchetti di jeans e i trench, con i cappotti del passato inverno sepolti dalla naftalina negli armadi, e i sandali gioiello con gli stivali ( per me sempre rigorosamente tacco 12), è finalmente arrivato l ‘autunno!
La mia stagione climatica preferita, ( e non solo perché sono di parte, visto che il mio mese di nascita è novembre!)
Che fare allora in questo periodo di transizione, fra il caldo bollente dell ‘estate ( che quest’ anno sembrava non finire mai,) al freddo pungente dell’ inverno?
Complici le belle giornate , rischiarate da un pallido sole autunnale che ancora però riscalda, e dalle temperature non ancora troppo rigide, anzi un po’ frizzantine.
Io amo spalancare la finestra la mattina appena sveglia e godermi “il freddo”)si possono fare anche delle belle passeggiate, nei bei parchi cittadini, e si può ammirare il “foliage” ovvero il fenomeno del cambiamento di colore delle foglie degli alberi;
Vi ricordate il film romanticissimo “Autumn in New York” con Richard Gere e Winona Rider?
Fu girato all’ interno del Central Park il parco più famoso di New York nel bel mezzo di questo fenomeno…..
L’ autunno è la stagione in cui tutti i colori esplodono intorno a noi, il blu del cielo sembra ancora più blu, le foglie degli alberi si tingono di colori accesi, come il rosso, il giallo, l’ arancione….
Colorando le città facendole diventare più belle, e anche favolosi soggetti da fotografare! I viali alberati cittadini infatti diventano ottimi set fotografici per provetti fotografi……
Anche noi a Pistoia abbiamo un bel parco cittadino, il parco del Villon Puccini, un angolo verde e rilassante che si trova un po’ fuori le mura cittadine.
La Villa fu fatta costruire da Tommaso Puccini che la fece erigere grazie ai suoi guadagni di medico, nella seconda metà del XIX secolo, per farne la sua dimora di campagna.
Successivamente Niccolò Puccini lavorò al progetto della ricostruzione del parco che circondava la villa, creandone degli stupendi giardini, secondo anche i dettami della moda dell ‘epoca ,e secondo la sua personale esperienza di viaggiatore e attento osservatore.
Purtroppo delle opere architettoniche fatte costruire da Niccolò non è rimasto molto, ma la bellezza del parco e la sua tranquillità è tangibile ancora.
Adesso l’ entrata al parco è libera e aperta a tutti, e infatti spesso vi si possono incontrare giovani sposi durante il loro servizio fotografico, oppure famigliole felici impegnate a gettare il pane ai cigni , oppure placidi vecchietti sonnecchiare sulle panchine riscaldati al sole.
Oltre a passeggiare, in autunno si può iniziare a mangiare un po’ di più, perchè anche la cucina si fa più “terrena”, gustando i prodotti tipici del periodo, come le castagne, o i funghi che crescono facilmente sulle nostre colline pistoiesi…
E in concomitanza con l’Estate di San Martino ,cioè il periodo autunnale in cui dopo le prime gelate si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore, solito a inizio novembre (San Martino viene festeggiato l’11 novembre)
La tradizione vuole che in questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne.
In quasi tutte le case toscane si inizia a preparare Il castagnaccio, o baldino o pattona, che è un dolce tipico toscano preparato con la farina di castagna e arricchito con uvetta, pinoli, noci e rosmarino.
Il castagnaccio nasce inizialmente, come la maggior parte delle ricette tradizionali, come pietanza per i poveri contadini ottenuta appunto dalla castagna, molto diffusa nelle campagne.
Si dice che abbia origine e che sia stato già conosciuto e apprezzato nel ‘500 ,tanto che un padre agostiniano lo cita in un suo scritto.
In ogni caso, sembra che l’ideatore del castagnaccio sia stato proprio il toscano Pilade da Lucca che viene nominato nel «Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia et altri luoghi » scritto da Ortensio Orlando e pubblicato a Venezia nel 1553.
Fu però a partire dall’800 che i toscani esportarono il castagnaccio nel resto d’Italia e proprio in questo periodo venne arricchito con uvetta, pinoli e rosmarino.
La ricetta cambia da famiglia a famiglia, noi ad esempio lo facciamo con le noci, ma vi assicuro che il sapore è sempre buonissimo!!
A livello culinario toscano di questi tempi si mangiano molto anche i funghi , ( di cui il nostro Appennino è veramente ricco)… e anche qui le ricette si sprecano……
Cotti nell’ olio come contorno, fritti, aggiunti in un bel sugo in una pastasciutta, ma credo che il top si abbia con filetto di carne , e la cappella di fungo sopra……
Piatto che troverete in ogni ristorante, o osteria pistoiese!!
Durante l’estate di San Martino nelle campagne venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; e da qui deriva il detto “fare San Martino”, cioè traslocare.
La tradizione del nome ha origine dalla leggenda del mantello con il quale Martino da Tours (poi divenuto San Martino), nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gliene donò la metà poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.
Quindi approfittiamo di queste ultime belle giornate di sole, e facciamone il pieno ,in vista delle fredde umide e sfortunatamente piovose giornate invernali!
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Elisa