Il Castello di Gradara teatro della tragica storia d’amore
Il Castello di Gradara è sicuramente il simbolo del borgo stesso, e il monumento più visitato della regione Marche.
Esso è un castello-fortezza medievale, circondato da due cinte murarie , la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri, che rendono la struttura molto imponente.
Gradara grazie alla sua particolare posizione geografica è stata fin dai tempi antichi un crocevia di traffici e genti.
Durante il periodo medioevale la fortezza era uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le turbolente casate marchigiane e romagnole.
Infatti è stato dimora di molte importanti famiglie nobili dell ‘epoca, che hanno provveduto a lasciare i propri segni nella struttura urbanistica del castello.
Visitare il Castello dentro nelle sue sale e nelle sue stanze, è un po’ come camminare a ritroso nel tempo, a quando vi dimoravano cavalieri e dame, e tanti intrighi politici ,amorosi, i misteri, e gli assassini venivano perpetuati all’ interno delle sue mura.
Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo che poi caduta in disgrazia verso il papato, subì la perdita del castello che passò al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio.
Detto Mastin Vecchio, era capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini, Cesena e Pesaro, che edificarono le due cinta murarie.
Il Castello di Gradara è famoso oltre che per la sua bellezza e imponenza soprattutto per essere stato teatro della tragedia di Paolo e Francesca, la cui storia è passata di generazione in generazione .
E’ stata celebrata dai più grandi scrittori e artisti italiani, uno fra tutti Dante Alighieri che rilegò i due amanti sfortunati nel Canto V dell’Inferno della Divina Commedia , per l’eternità condannati a turbinare nel vortice della passione, ma almeno per sempre insieme!
Ma come è nata questa sfortunata storia d’amore?
Siamo nel 1275 tempo in cui le giovani fanciulle nobili dovevano sottostare al volere del padre ( e del marito poi), che sceglieva per loro il candidato più adatto , e spesso erano contratti politici con le famiglie confinanti al fine di aumentarne i possedimenti e il potere.
Francesca da Polenta era figlia di Guido Polenta signore di Ravenna e fu data in sposa al figlio di Mastin Vecchio (Malatesta da Verucchio) tale Giovanni Malatesta, detto Giangiotto a causa della sua storpiaggine.
Mastin Vecchio , avvertì il futuro consuocero della bruttezza del figlio, ma le mire espansionistiche di Guido erano tali che scelse di sacrificare la bella figlia ingannandola, e facendole sposare per procura il fascinoso fratello di Giangiotto Paolo chiamato il bello.
Francesca quando vide Paolo all’altare se ne innamorò subito ( e probabilmente anche da lui subito ricambiata) e accettò di buon grado il matrimonio.
Purtroppo al risveglio la mattina del giorno dopo, si accorse con terrore che accanto a lei giaceva Giangiotto( prima la consumazione delle nozze avvenivano quasi al buio!
Ma ormai il danno era stato fatto e dopo 9 mesi ella partorì una bimba.
Paolo che aveva possedimenti nelle vicinanze di Gradara faceva spesso sovente visita alla cognata, e per ben 15 anni essi riuscirono a nascondere il loro amore ai rispettivi coniugi!
Fino a che a causa di una spiata da parte di Malatestino dell ‘Occhio terzo figlio di Mastin Vecchio, avvertì il fratello del tradimento di Paolo e sua moglie.
Giangiotto fece finta di uscire per andare a Pesaro come faceva ogni giorno in qualità di Podestà , e rientrò di soppiatto nel castello in tempo per vedere i due amanti scambiarsi un bacio.
Accecato dalla gelosia, fece per uccidere Paolo, che molto vigliaccamente cercò di scappare e mettersi in salvo per la botola presente nella stanza e che collegava alle scuderie!
Ma si dice che il vestito si impigliò in un chiodo e un attimo prima di essere infilzato dalla spada di Giangiotto, Francesca gli si parò davanti, rimanendo uccisa anche lei all’istante.
Sinceramente sono rimasta molto male quando ho sentito l’epilogo di questa storia, non credevo che Paolo fosse così codardo da fuggire e lasciare la propria amata alla mercè della furia del marito…..
Durante la visita al Castello potrete vedere con i vostri occhi la camera di Francesca(ovviamente gli arredi originali sono andati perduti), e la famosa botola!
Il Castello vide forse il suo apogeo di bellezza quando passò sotto il dominio della famiglia degli Sforza!
Soprattutto con Giovanni Sforza che trasformò la Roccaforte in una più gentile e principesca dimora, anche per celebrare la sua fresca sposina Lucrezia Borgia, la famosa figlia del Papa Alessandro Borgia e sorella di Cesare Borgia.
A Giovanni si deve l ‘elegante loggiato e il grande scalone in marmo sul cui frontone ancora campeggia il nome Sforza, e da cui si dice soleva scendere Lucrezia per mano del suo sposo Giovanni rigorosamente un passo avanti per evitare di pestarle il lungo strascico.
Per lei Giovanni fece rifare l’ arredamento , e una piccola stanza privata con affreschi di Giovanni Santi padre di Raffaello.
Purtroppo il loro matrimonio come altri in quel periodo era un matrimonio politico al cui Lucrezia era dovuto sottostare per volere del padre, e sempre per suo volere dovette rinunciarvi perché il Papa aveva cambiato mire politiche.
Giovanni dovette firmare (pena la morte) un infamante foglio di divorzio in cui si attestava la sua mancata virilità e non consumazione del matrimonio.
Dopo che gli Sforza persero il dominio del Castello esso passò sotto i Della Rovere, i Borgia, i Medici confermando nuovamente il ruolo da protagonista della fortezza malatestiana nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna di quegli anni .
Alla famiglia della Rovere si deve la terracotta Invetriata di Andrea della Robbia (artista pistoiese famoso anche per aver fatto il Fregio Robbiano sul frontone del vecchio Ospedale del Ceppo di Pistoia e di cui vi ho parlato qui davanti alla quale celebrò la messa il Papa Paolo III per fare una cosa gradita alla nipote Vittoria Farnese, moglie di Guidobaldo della Rovere.
Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia che portò il castello all’ abbandono completo e all’ incuria del 1800.
Fino a quando nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, il castello e la cinta muraria e lo restaurò fino a portarlo agli antichi splendori.
Con la morte dell’ ultima erede, il Castello è passato sotto lo stato.
ORARIO INGRESSO CASTELLO DI GRADARA
lunedì: dalle 8.30 alle 13.00 (pomeriggio chiuso) dal martedì alla domenica: dalle 8.30 alle 18.30
Prezzi-della-Rocca
Biglietto intero:
€ 6,00 dall’11 luglio 2016
dai 25 anni di età
Biglietto ridotto:
€ 3,00 dall’11 luglio 2016
per tutti i cittadini dell’UE di età compresa tra i 18 ed i 25 anni
(vale anche per i cittadini stranieri a condizione di reciprocità nella riduzione)
Biglietto gratuito:
per i minorenni
per tutti la prima domenica del mese
È possibile acquistare anche un biglietto cumulativo con il Palazzo Ducale di Urbino:
intero € 10,00 – ridotto € 5,00
La Pro Loco di Gradara coordina le visite guidate:
da giugno a settembre martedì e giovedì
partenza ore 10,30
partenza ore 16,00
domenica partenza ore 11.00
da ottobre a maggio
nei giorni festivi e prefestivi
partenza alle ore 11,00 ed alle ore 16.00
Per informazioni consultate il sito ufficiale: http://www.gradara.org/info-turistiche/castello/
Vi ricordo dal 4 al 9 agosto Gradara si veste nuovamente di magia con con THE MAGIC CASTLE GRADARA un programma di respiro internazionale sul tema del “racconto” e tante sorprese per un pubblico di tutte le età
Oltre 100.000 presenze, 300 artisti dai 5 continenti, 150 spettacoli: questi sono i numeri eccezionali di The Magic Castle Gradara, che si riconferma come ogni anno la festa più attesa dell’estate incorniciata nello splendido borgo marchigiano
Per rimanere sempre aggiornati sugli eventi, e le manifestazioni , le visite guidate, e l’accoglienza a Gradara vi invito a consultare il sito ufficiale http://www.gradara.org/
#destinazionemarche #viviamolemarche
Alla prossima
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Elisa