Visita alla Rocchetta Mattei
Continua la nostra rassegna sui posti nascosti e belli dell’Italia.
Stavolta ci siamo spostati in Emilia Romagna, più precisamente a Grizzana Morandi , presso la famosa Rocchetta Mattei, una costruzione particolare, caratterizzata da minareti, guglie e torri che ricordano un po’ l’ oriente.
Dopo tanti anni in cui era rimasta chiusa, da agosto 2015 è possibile prenotare la visita al costo di 7 euro a testa per i week end, attraverso questo sito internet.
Il proprietario e committente fu il Conte Cesare Mattei che la ideò e la rese la propria dimora privata.
Si dice che il Conte, rimase affascinato da questa rocca con dei resti di fortificazioni medioevali già presenti.
L’ isolamento del rialzo roccioso che formava quasi un gigantesco piedistallo naturale, la comodità dell ‘accesso, la posizione centrale fra la confluenza dei due fiumi Limentra e Reno.
Poi il panorama bellissimo sulla vallata, e soprattutto l’ imminente costruzione sia della linea ferroviaria che della strada Porrettana, ne favorirono l’ acquisto e la successiva costruzione nel 1850.
Rocchetta Mattei e l’Elettromeopatia
La Rocchetta Mattei, non divenne quindi famosa solo per la sua particolare architettura, ma ci fu un periodo fra fine ottocento e metà del novecento, che divenne una delle case di cura più famose e ambite d’ Europa.
Infatti qui Il Conte Mattei si dedicò allo studio dell’ elettromeopatia, ovvero l’ unione dell’ omeopatia( la cura in cui si somministra in piccole dosi rimedi aventi la proprietà di simulare i sintomi della malattia da curare)con l’ energia elettrica.
Che il Conte Mattei forniva all’ inizio allo stato liquido con vari colori ( elettricità bianca, rossa, verde ecc) e poi in granuli bianchi piccolissimi.
Pensate che all ‘epoca si pensava che la salute di una persona dipendesse dalla circolazione sanguigna all’interno del corpo.
L’ equilibrio fra la circolazione benigna e la circolazione maligna ( la malattia) era l’ obbiettivo delle cure.
Mattei usando i prodotti del suo stesso orto ( pomodori cipolle, carote e erbe) univa i loro effetti benefici alla scossa della corrente elettrica.
Si dice che questa sua passione, sia iniziata quando vide la madre morire di tumore, senza che la medicina dell’ epoca potesse fare niente per salvarla….
E recenti studi fatti sulle sperimentazioni fatte dal Mattei nel suo laboratorio, riconoscono i rudimenti della chemioterapia di adesso.
La Rocchetta Mattei e il rapporto con le case regnanti europee
Questo nuovo metodo richiamò infermi da ogni parte della terra, persone aristocratiche e Reali delle più antiche case regnanti d’ Europa.
Centinaia di lettere di ringraziamento di pazienti guariti, sono state ritrovate negli archivi della Rocchetta.
I più famosi arrivavano in incognito per non essere riconosciuti, come lo Zar Alessandro di Russia, che fu ospitato e curato alla Rocchetta.
In segno di riconoscimento lasciò un suo ritratto al Conte, che solo anni dopo seppe chi era quel misterioso nobile russo, perché riconosciuto dal ritratto da un suo suddito, nuovo ospite alla Rocchetta.
La stessa Sissi, l ‘Imperatrice austroungarica Elisabetta moglie di Francesco Giuseppe, ringraziò il Conte Mattei, per averla aiutata a guarire dal terribile mal di testa che da sempre la tediava.
Fu suo cugino Ludwig II di Baviera a suggerirle il nuovo metodo Mattei.
Si dice infatti che anche lui sia stato ospite della Rocchetta Mattei.
La leggenda della Rocchetta Mattei
Sull’ incontro fra Il re bavarese e il Conte emiliano si dicono tante cose, la più suggestiva è che si siano incontrati a Porretta Terme ( già nota all ‘epoca per le proprietà benefiche delle sue acque).
E che lì abbiano conosciuto anche il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’ Aragona,( il famoso e eclettico proprietario e ideatore del Castello di Sammezzano alle porte di Firenze).
Su cosa si siano detti non si sa nulla, ma il fatto che tutte e 3 le loro dimore , Rocchetta Mattei, il Castello di Neuschwainsten e il Castello di Sammezzano costruite su per giù nello stesso periodo storico, abbiano all’ interno dei richiami dell ‘Oriente e altre similitudini, crea un po’ di mistero…..
Il mistero che ancora si aggira sull’ ingrediente segreto e misterioso che faceva si che questa scienza diventasse così famosa, aleggia ancora nelle mura della Rocchetta Mattei.
Il Conte era un tipo strano e allo stesso tempo misterioso….
Aveva creato nella sua dimora una sorta di corte feudale, dove si aggiravano decine di persone, fra camerieri, inservienti, cuochi, giardinieri e perfino un giullare a allietare le sere d’ inverno.
Scapolo fino alla morte, aveva però “ 3 fidanzate”, una per il martedi, una per il giovedi e una per il sabato.
Senza figli aveva designato suo erede ufficiale l’ unico nipote, figlio della sorella.
Ma quando questo, a causa di alcuni dissesti finanziari, perse parte del patrimonio e quasi la Rocchetta stessa, fu diseredato, e al suo posto fu adottato l ‘assistente personale del Conte, il signor Mario Venturoli.
La produzione dei suoi famosi rimedi, a inizio novecento si era ulteriormente ampliata, e ora si spedivano in tutto il mondo.
Il suo successo aumentava sempre di più, alimentato anche dall’ alone di mistero che sprigionava dalla sua persona e dalla suggestione e dall ‘aspettativa che riusciva a creare ai suoi pazienti clienti….
Disponibilissimo nel curare gli abitanti del suo paese, usava farsene carico di quelli meno abbienti, cambiava atteggiamento davanti ai personaggi importanti.
Allora si rifiutava di farsi vedere per giorni, creando appunto quell ‘aspettativa magica, e li faceva accompagnare nel suo studio attraverso i labirinti delle stanze della Rocchetta.
L’entrata alla Rocchetta stessa, attraverso un cortile scavato nella roccia, fa sembrare di entrare nella casa di un mago, ( grazie anche alla presenza della statua di un ippogrifo,il protettore dei maghi)
Le sale interne della Rocchetta rispecchiano quello che era l’ animo inquieto del Conte.
Gli ultimi anni della sua vita,li visse in una sorta di autoisolamento, ossessionato dal pericolo di essere avvelenato e si fece costruire la sua camera da letto privata, il cui accesso si aveva solo tramite un ponte levatoio.
Il cortile dei Leoni, è una piccola riproduzione del cortile dell’Alhambra di Granada.
A lato del cortile dei Leoni si trova l’ingresso a una specie di vasta cantoria, che sovrasta l’interno della chiesa del castello.
Entro un’arca rivestita di maioliche si trovano le spoglie di Cesare Mattei.
L’arca non riporta alcun nome, ma soltanto una piccola iscrizione
Ripassando dal cortile dei Leoni si entra nel salone della pace, così chiamata in omaggio alla fine vittoriosa della Grande Guerra, e successivamente nella sala della musica nella chiesa, imitazione della Cattedrale di Cordova
La particolarità di questa sala è che è un insieme di effetto, ma dato da cose che non esistono…
Ovvero i capitelli sono finti fatti di gesso, il soffitto sembra tridimensionale, ma è un effetto creato solo grazie al disegno e il resto è di gesso e stucco!
Accanto alla chiesa si trova il salone dei novanta, così chiamato perché il Conte Mattei avrebbe voluto tenervi un banchetto di vecchi nonagenari quando avesse raggiunta questa età.
Purtroppo morì prima del tempo senza aver vista la sala compiuta, che fu terminata dal figlio adottivo Mario Venturoli Mattei.
Dopo la seconda guerra mondiale l’ impero di Mattei e della sua elettromeopatia sono andati via via scemando, soppiantati anche dai rimedi più moderni….
Ma il mistero sulle guarigioni miracolose e sulla scomparsa dell ‘ingrediente segreto sparito con la morte del Conte, rimane ancora!!
Voi cosa ne pensate? Passate una domenica pomeriggio diversa e fissate la vostra visita alla Rocchetta Mattei!!
Alla prossima
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Elisa